L’ex presidente peruviano Alan García, 69 anni, è ricoverato in gravissime condizioni presso l’ospedale “Casimiro Ulloa” di Lima: ha tentato il suicidio sparandosi un colpo di pistola al collo. La notizia, diffusa dai media di tutto il mondo, è stata rivelata da Erasmo Reyna, il suo avvocato: “L’ex presidente ha tentato di uccidersi”. Il ministro della salute Zulema Tomas ha confermato alla stampa che Garcíaè in condizioni “molto critiche” e le sue ferite sono “di grave entità”. L’ex presidente, a quanto si apprende, è stato rianimato per tre volte dallo staff medico che sta tentando di straparlo alla morte.
García, membro dell’Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana, ha ricoperto la carica di presidente del Perù dal 1985 al 1990 e dal 2006 al 2011, è da tempo sotto inchiesta con l’accusa di corruzione, il suo nome compare all’interno di grande scandalo che ha travolto diversi ex leader latinoamericani.
Fonti vicine all’indagine avevano emesso un ordine di arresto, ma all’arrivo della polizia l’ex presidente si è chiuso ina stanza e ha fatto fuoco contro se stesso.
Garcíaè accusato di aver ricevuto tangenti nel corso del suo secondo mandato da una delle più grandi imprese di costruzioni dell’America Latina - la società brasiliana “Odebrecht” - durante la costruzione di un treno elettrico della metropolitana di Lima.
Nel suo tweet più recente, postato solo ieri, Garcíaha ribadito che a suo carico non esiste “nessuno straccio di prova”, accusando i pubblici ministeri peruviani di “speculazione”. Nel novembre dello scorso anno aveva chiesto asilo politico presso l’ambasciata uruguaiana dopo che un giudice gli aveva vietato di lasciare il paese per 18 mesi, ma un mese dopo il governo uruguaiano ha respinto la richiesta.
La Odebrecht è accusata di aver distribuito quasi 800 milioni di dollari in tangenti tra il 2001 e il 2016 per ottenere dai governi contratti per la costruzione di strade, ponti, dighe e autostrade. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, i funzionari del colosso avrebbero spedito denaro contante ai politici di una dozzina di paesi tra cui Perù, Messico, Venezuela, Colombia, Argentina e Mozambico. Lo scandalo della corruzione, uno dei più grandi della storia moderna, è già costato caro a Pedro Pablo Kuczynski, il presidente peruviano, dimessosi un giorno prima che il congresso votasse il suo impeachment. L’Ecuador ha deciso di sospendere il vicepresidente Jorge Glas, nel 2017 condannato a sei anni di carcere per aver ricevuto 13,5 milioni di dollari di tangenti. E l’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva sta scontando una condanna a 12 anni di reclusione per corruzione e riciclaggio, incluso il presunto permesso assegnato alla Odebrecht in cambio di una lussuosa casa per le vacanze.