MARIA LOPEZ
L'amministrazione Usa, i governi dei 57 Paesi che hanno riconosciuto Juan Guaidò come legittimo presidente del Venezuela, seguono con attenzione le ultime mosse di un dittatore ormai chiuso in un angolo e perciò ancora più pericoloso. L'Assemblea nazionale costituente del Venezuela (Anc, controllata dagli sgherri di Maduro), ha approvato un decreto con cui si autorizzano l'incriminazione e la revoca dell'immunità di Juan Guaidó, capo del Parlamento oppositore autoproclamatosi presidente ad interim del Paese. E' la mossa preliminare all'arresto, come aveva promesso il dittatore. La decisione è stata adottata su proposta del Tribunale supremo di giustizia (Tsj), che ha accusato Guaidó "di aver trasgredito il divieto impostogli di lasciare il Venezuela". La replica di Guaidó è stata immediata: "l'illegittima Assemblea nazionale costituente (Anc) non ha avuto coraggio di specificare la parola 'revoca' (della sua immunità) nel decreto approvato in serata". Il presidente della Anc, Diosdado Cabello, precisa che "è formalmente autorizzata la prosecuzione del processo nei confronti del cittadino Juan Guaidó, in modo che la giustizia, d'accordo con la Costituzione e le leggi, possa incaricarsi di applicare i meccanismi previsti nei diversi codici di procedura penale. Juan Guaidó è il nulla e si muove con atteggiamento di sfida, ma oggi sono felici i partiti che non fanno parte del suo gruppo perché gli stiamo revocando l'immunità, e stiamo agendo in base alla Costituzione". Teoricamente il leader dell'opposizione può da ora essere arrestato in qualsiasi momento: Guaidó ne è quasi certo.