Nicolas Maduro esce vincitore dalle elezioni parlamentari in Venezuela, anzi, da quelle che secondo gli analisti politici internazionali sono soltanto l’ultima farsa del suo potere.
Un’astensione da record, vicina al 70%, la mancanza assoluta di osservatori internazionali e il boicottaggio dell’opposizione hanno reso inevitabile, scontata e perfino superflua la marcia trionfale del partito chavista guidato da Maduro.
Lui parla di “gigantesca vittoria”, annunciando pubblicamente “un nuovo ciclo positivo, fatto di lavoro e recupero, di sovranità e pace”, poi lancia un monito alle potenze straniere, “Nessuno interferisca con gli affari del Venezuela, sappiamo gestire i nostri problemi da soli attraverso il voto elettorale libero”.
Nelle stesse ore, il leader dell’opposizione Juan Guaidò ha annunciato l’intenzione di promuovere un referendum in cui chiedere semplicemente ai venezuelani se vogliono continuare ad essere governati da Maduro oppure no, promettendo anche di indire nuove elezioni presidenziali libere. “Non posso promettere magie, ma al contrario garantisco certezza e sicurezza: non siete soli, perché noi ci arrendiamo”.
Durissimo il commento del segretario di stato americano Mike Pompeo: “Le frodi elettorali erano ampliamente annunciate: i risultati del regime di Maduro non riflettono la volontà del popolo venezuelano. Quello che sta accadendo è una frode e una farsa”. Sullo stesso tono i commenti di Colombia ed Ecuador, che non hanno risparmiato critiche annunciando l’intenzione di non voler riconoscere l’esito del voto.