MICHAEL O'BRIEN
I rappresentanti del governo del presidente ad interim Juan Guaidó negli Stati Uniti hanno chiesto a Citibank una proroga di 120 giorni per riacquistare l'oro che è stato posto come garanzia dello spaventoso debito estero per ordine di Nicolas Maduro, rivela la Reuters. Gli sforzi per salvaguardare le riserve auree internazionali del Venezuela sono iniziati a metà febbraio nel tentativo di bloccare l'esecuzione della garanzia, prevista per questo mese. “A Citibank è stata chiesta una proroga per 120 giorni perché sia impedita una manovra contro il popolo venezuelano", ha riferito una fonte consultata da Reuters. Finora Citibank non ha risposto alla richiesta dei rappresentanti di Guaidó. Era una mossa deisperata dal dittatore per arginare la crisi economica che sta distruggendo il Paese.
Dalla comunità italiana in Venezuela arrivano notizie poco confortanti: “il tentativo di Juan Guaido di cacciare Maduro continuo ma bisogna prendere atto che gli alti ufficiali dell’esercito gli sono rimasti fedeli e di , di fatto, gli conservano il potere. I 600 militari e poliziotti che hanno lasciato il Venezuela sono pochi e di gradi non elevati. E’ un segnale importante ma ancora insufficiente. L’operazione degli aiuti è fallita, nel sangue e con pesanti conseguenze. Il regime ne è uscito indebolito ma mantiene ancora saldamente il controllo del Paese”. Ma guardò non è stato arrestato, come aveva promesso Maduro. “Vero. Ma è una tattica intelligente. I christi che sono ancora all’interno del sistema, hanno ammonito Maduro, gli hanno imposto di stare fermo. E’ possibile che alla fine siano proprio loro a farlo saltare, una volta per tutte. Quel’è lo stato d0animo degli italiani in Venezuela? “Pessimo. La crisi economica , se possibile, s’è ancora più aggravata, le sanzioni americane ed europee non hanno ancora fatto effetto, gli americani sono rimasti fermi. A parole sostengono Guaidò ma escludono l’intervento militare, l’unico modo per cacciare Maduro e il suo clan da Caracas”.
Intanto il governo celebra con un un certo fasto l’anniversario della morte del generale presidente Chavez. Dipinti del defunto presidente Hugo Chavez nel frattempo sono stati oggetto di atti di vandalismo. “Sei anni dopo la sua morte, Chávez continua a scatenare sentimenti contrastanti tra i cittadini: alcuni lo ricordano come il padre di una rivoluzione che ha scelto di aiutare i poveri, mentre altri lo accusano della crisi profonda e prolungata”, scrive il moderato El Universal. Un Maduro aggressivo ma nello stesso tempo nella veste di vittima, ha affermato che sei anni dopo la morte del suo predecessore, il partito al potere è in “guerra " contro le "potenze mondiali dell'imperialismo statunitense…Non possiamo cadere nelle provocazioni", ha detto, esortando i suoi seguaci e le forze armate a rimanere uniti per affrontare le pressioni dell'opposizione, che ha definito una "minoranza folle". “Noi li sconfiggeremo", ha aggiunto.
Maduro ha colto l'occasione per chiamare il partito al potere per le "marce antimperialiste" di sabato in tutto il paese, mobilitazioni che coincideranno con le proteste convocate dall'opposizione per aumentare le pressioni contro il governo. Le celebrazioni si sono tenute nel museo della Caserma Montana, nella parte occidentale della capitale, dove Chávez fu sepolto il 5 marzo 2013.