Le forze di sicurezza messicane hanno arrestato il presunto leader del cartello di Santa Rosa de Lima, José Antonio Yépez Ortiz, meglio conosciuto come “El Marro”. Secondo le poche notizie trapelate attraverso fonti governative, il potente boss sarebbe stato individuato nello Stato di Guanajuato: insieme a El Marro sono finite in manette altre cinque persone, mentre una donna d’affari sequestrata sarebbe stata liberata poche ore dopo.
Il ministro della Sicurezza del Messico, Alfonso Durazo, ha confermato via Twitter la cattura di Yépez Ortiz, aggiungendo che è stato fermato con un mandato di arresto per l’accusa di “crimine organizzato e furto di carburante”.
“Il Ministero della Difesa nazionale, con il sostegno del governo locale, ha messo a segno un’importante operazione di polizia - ha commentato il presidente del Messico López Obrador - diciamo no alla corruzione e all'impunità". López Obrador si è distinto fin dall’inizio per un approccio non combattivo alla criminalità organizzata, culminato nella discussa strategia chiamata “Abrazos, no balazos”, abbracci, non pallottole.
Lo scorso ottobre le autorità hanno arrestato Ovidio Guzmán, figlio di El Chapo, l’ex boss del cartello di Sinaloa, ma è stato rilasciato ore dopo, quando alcuni uomini del cartello, armati di tutto punto, hanno preso in ostaggio diversi agenti di sicurezza paralizzando il centro di Culiacán. E lo scorso marzo López Obrador è stato ampiamente criticato per aver stretto la mano - in mezzo alle restrizioni del coronavirus - alla madre di “El Chapo” durante una visita allo stato di Sinaloa.
Yépez Ortiz era ricercato da mesi: la sua famiglia e la sua cerchia erano sotto stretta sorveglianza per via di un’escalation di violenza in atto nello stato di Guanajuato, che vanta la triste media di circa 10 omicidi al giorno. Nella prima metà di quest’anno, secondo i dati del governo, si sono registrati almeno 1.691 omicidi, che lo trasformano nello Stato più letale del Messico.