Almeno nove cittadini americani residenti nello stato messicano di Sonora sono stati uccisi in un agguato dalle modalità agghiaccianti. Fra le vittime Rhonita Maria LeBaron, una donna uccia con i suoi figli: Titus e Tiana, due gemellini di 6 mesi e altri due figli, Krystal e Howard, di 10 e 12 anni. Uccise senza pietà anche altre due donne: Christina Langford Johnson, 31 anni, Dawna Ray Langford, 43, insieme ai suoi due figli, Trevor, 11 anni, e Rogan, di 3. Le altre vittime non sono ancora state identificate, ma secondo un parente mancano all’appello altre 13 persone. Secondo il procuratore generale dello stato di Chihuahuahua, Cesar Augusto Peniche, “il numero di vittime non è ancora chiaro”.
Ben diciassette persone di famiglie imparentate tra loro, i LeBarons e i Langford, erano partiti da Rancho La Mora, un insediamento mormone a circa 70 miglia da Douglas, Arizona, e viaggiavano su tre auto per partecipare ad un matrimonio: il piccolo convoglio sarebbe stato bloccato dagli uomini del cartello della droga di Chihuahuahua, che hanno aperto il fuoco colpendo il serbatoio del Suv Chevy Suburban su cui viaggiavano, diventato preda delle fiamme pochi istanti dopo.
Un bimbo di sette mesi è stato trovato vivo sul pavimento del sedile posteriore, mentre altri sette piccoli, che hanno tentato la fuga, sono stati crivellati di proiettili.
La zona dove è avvenuto il massacro, a breve distanza dalla città di Bavispe, è nota per essere uno degli snodi del traffico di droga, con numerosi cartelli che combattono fra loro e con l’esercito.
“È stato un massacro - ha commentato Julian Lebaron, un attivista che da anni denuncia i gruppi criminali che si spartiscono la zona - alcuni membri della famiglia sono stati bruciati vivi”.
Non è la prima volta che i mormoni subiscono attacchi sul territorio messicano, dove i loro antenati si sono stabiliti decenni fa: nel 2009, Benjamin LeBaron, un attivista legato alle famiglie uccise, è stato assassinato con le stesse modalità.