Il Messico è sotto shock per un raccapricciante caso di violenza che supera l’immaginazione: Erik Francisco Robledo, 46 anni, è accusato di aver ucciso e smembrato la moglie, Ingrid Escamilla Vargas, una ragazza di 25 anni.
L’uomo, tossicodipendente e alcolizzato residente a Città del Messico, ha confessato alla polizia di aver ucciso la giovane moglie al culmine di un litigio sulle sue continue ubriachezze. In preda alla furia, si sarebbe accanito sul corpo della moglie gettando alcuni organi in un canale di drenaggio non distante dalla loro abitazione. Una versione confermata dalla polizia, che avrebbe trovato alcuni dei macabri resti nel punto indicato.
Il caso, riportato dai media locali addirittura con la pubblicazione di foto orribili del corpo devastato della giovane e dell’uomo ancora coperto di sangue, ha scatenato le proteste, con migliaia di persone scese in piazza per chiedere pene più severe contro la violenza domestica.
Nel tentativo di placare le reazioni, il sindaco di Città del Messico ha annunciato che i procuratori sono intenzionati a chiedere il massimo della pena per l’omicida, aggiungendo che l’uccisione è avvenuta in un appartamento a nord della città durante lo scorso fine settimana.
Robledo ha raccontato ai poliziotti di essere stato minacciato di morte dalla moglie: quando lei ha provato a colpirlo, ha afferrato un lungo coltello da cucina e gliel’ha piantato in gola, uccidendola. Secondo la confessione, avrebbe strappato la pelle dal viso della vittima asportandole poi l’intestino, gli occhi e altri organi, gettando alcuni dei resti in un canale di drenaggio nel tentativo di far sparire le prove. Ha poi chiamato l’ex moglie raccontando di aver ucciso Escamilla: la donna ha avvisato la polizia, che ha fatto irruzione nell’appartamento trovando il corpo della donna orribilmente mutilato all’interno di una stanza piena di sangue.
Poche ore dopo è scoppiata una furiosa polemica per la pubblicazione di una foto del corpo della vittima apparsa sulla copertina di “Pasala”, un magazine locale: l’ufficio del procuratore di Città del Messico ha annunciato un’inchiesta interna su sei funzionari pubblici per rintracciare chi ha fatto trapelare le immagini, probabilmente dietro compenso in denaro.
In Messico, le marce di protesta contro la violenza sulle donne si sono intensificate negli ultimi mesi, con i dimostranti che sono arrivati ad appiccare il fuoco a diversi edifici governativi. Secondo i dati ufficiali nel 2018, l’anno con il più alto numero di omicidi di donne degli ultimi tre decenni, ci sono state in media 10 vittime al giorno, e più del 40% sono state uccise da mariti, compagni e fidanzati.
Ma l’omicidio di Escamilla Vargas è diventato uno spettacolo di brutalità particolarmente orribile anche per un Paese abituato alla violenza. Secondo “Milenio Television”, pochi mesi fa la vittima aveva presentato una denuncia per maltrattamenti e violenza domestica contro il marito, ma poi l’ha ritirata.