In Colombia, come tutti gli anni, ci si appresta a ricordare l’assurdo sacrificio del calciatore 18enne della Nazionale Andrés Escobar, giustiziato il 2 luglio 1994 dal cartello della droga dopo che il suo sfortunato autogol che aveva aveva distrutto il sogno di vincere la Coppa del Mondo del 1994 e sopratutto provocato una voragine delle scommesse clandestine dei narcos. Un killer gli sparò 6 volte, all’uscita di un locale notturno. A ogni colpo aveva urlato: “Goal!”.
La Colombia aveva concluso in testa al gruppo di qualificazione, battuto l'Argentina per 5-0, ed era tra le squadre favorite per la vittoria finale. Ma il difensore Andrés Escobar, nella partita decisiva per la qualificazione al turno successivo, fece autogol, gli Stati Uniti vinsero 2-1 e la Colombia fu eliminata. Il fatto provocò uno choc all’intero Paese, in quegli anni lacerato dalla guerra ai cartelli della droga. Non solo un choc sportivo. Ma il racket delle scommesse clandestine, gestito dai narco-cartelli, perse somme ingenti per l’errore di Andrès. A lui gli amici avevano suggerito di andarsene dalla Colombia, le minacce di morte erano state incessanti. Lui disse no: "Non ho nulla da rimproverami, capiranno". Cinque giorni dopo il delitto. Il trafficante Humberto Castro Muñoz, guardia del corpo dei baroni della droga che si pensava avessero perso molti soldi, fu arrestato il giorno dopo e confessò l’omicidio. Il forte difensore, una promessa, era stato giudicato ”colpevole” dell'eliminazione della sua Nazionale, fu ucciso nel parcheggio del bar Padua di Medellín. L’assassino, disse la fidanzata presente durante l’esucuzione, alla fine aveva ringraziato il calciatore; "Grazie per l'autogoal"[1].
Il numero 2, usato in campo da Escobar, fu per qualche tempo ritirato e solo anni dopo è tornato alle spalle di altri giocatori della Nazionale. L'assassino di Escobar fu condannato a 43 anni di carcere. Con la riforma del codice penale del 2001 la pena fu ridotta a 26 anni. Nel 2005, con una sentenza giudicata controversa, fu rimesso in libertà dopo 11 anni di carcere[1]. Andrés Escobar è stato sepolto nel cimitero di San Pietro, a Medellin.