L’ultimo bagno di folla, i funerali, il cordoglio del mondo, ancora incredulo per la morte di Maradona, stroncato da un’insufficienza cardiaca, e lo strascico polemico sui soccorsi. A sollevare quest’ultimo punto è Matias Morla, cognato e avvocato personale del campione argentino, che su Twitter denuncia un colpevole ritardo di almeno mezz’ora nell’arrivo dell’ambulanza chiedendo l’apertura di un’inchiesta. Maradona sarebbe stato anche “lasciato solo per 12 ore” dai sanitari che lo avevano in cura dai postumi dell’intervento al cervello.
Ma ora, quella che si apre è un’altra battaglia che si annuncia non meno aspra: quella per l’eredità. In via sua, Maradona ha seminato figli avuti da donne diverse, il che rende faticoso stabilire l’asse ereditario.
Da quanto riportano i media argentini, stuoli di avvocati sarebbero già al lavoro per documentare e rendicontare tutti i beni di proprietà di Diego, dagli immobili alle vetture, dagli effetti personali a i contratti e gli investimenti. Un calcolo fatto a spanne nelle ore successive al funerale parla di appena 100 mila dollari da spartire, ma è una cifra considerata del tutto errata, anche se a far clamore è la dichiarazione di Luiz Ventura, giornalista e amico fraterno del Pibe de Oro, secondo cui Maradona viveva dello stipendio di tecnico del “Gimnasia La Plata”: “Non aveva quasi nulla sul suo conto in banca: oltre a circondarsi per lungo tempo di gente che l’ha letteralmente spolpato, aveva le mani bucate e non sapeva dire di no a nessuno: bastava chiedere e lui dava”.
Ufficialmente, attraverso la società “D10s”, Maradona risulterebbe proprietario di tre residenze nel barrio di Villa Devoto, a Buenos Aires, più altre tre fra Puerto Madero e Bella Vista, quest’ultima donata all’ex moglie e alle figlie. A suo nome risultano anche altri immobili a Campo de Roca, El Tigre e Nordelta. Risultano 6, le vetture di proprietà di Maradona, di cui 4 in Argentina e 2 a Dubai, tra cui una Rolls Royce Ghost. Tra i contratti per lo sfruttamento della sua immagine ancora in essere uno con l’azienda di videogames “Konami”, con un marchio di abbigliamento sportivo e altri ancora in Cina, a Cuba e in Bielorussia, dove durante il breve incarico come presidente onorario della “Dynamo Brest”, Maradona avrebbe ricevuto preziosi e auto di prestigio. Non sono chiari interessi che Maradona aveva anche in Italia, malgrado le noie avute con il Fisco.
Più difficile appare la situazione facendo il censimento degli eredi. A meno che Maradona non abbia provveduto a spartire i suoi beni quand’era ancora in vita, la questione finirà quasi certamente nelle aule dei tribunali con esiti e durata del tutto incerti. Qualcuno ricorda che nel 2019, nel corso di un’intervista, Diego aveva annunciato di voler diseredare le figlie Dalma e Giannina per donare tutto in beneficienza: non sopportava le ingerenze delle due nella sua vita e il morboso interesse sul suo stato di salute. Che poi l’abbia fatto o meno, è tutto da vedere.
Diego aveva 5 figli legalmente riconosciuti ai quali per legge spettano due terzi del patrimonio. A questi vanni aggiunti tre nipoti. Al momento, i cinque figli ufficiali sono Diego Armando Maradona Junior, il primogenito, nato dalla relazione con Cristina Sinagra, Dalmea Nera Maradona Villafane, Giannina Dinorah Maradona Villafane, Jana Maradona (nata dalla relazione con Valeria Sabalain), Diego Fernando Maradona Ojeda (figlio di Veronica Ojeda). All’elenco mancano i nomi di Santiago Lara, figlio illegittimo mai riconosciuto, nato dalla relazione con la modella Natalia Garat, delle gemelle Joanna e Lu, nate a Cuba dalle relazione con Adonay Fruto e sembra riconosciute da Maradona. Per concludere con altri due ragazzi a cui manca il riconoscimento ufficiale: Javielito e un altro di cui non è mai stato rivelato il nome.
A margine, a darsi battaglia saranno anche l’ex moglie Claudia Villafane e le ex fidanzate Veronica Ojeda e Rocio Oliva.