MARIA LOPEZ
Mike Pence, vice presidente degli Stati Uniti, ha annunciato mercoledì al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che il governo americano fornirà altri 60 milioni di dollari per gli aiuti umanitari in Venezuela. "La lotta in Venezuela è tra dittatura e democrazia. Maduro è un dittatore che non ha alcun potere legittimo e deve andarsene", ha detto Pence.
Il numero 2 dell’amministrazione Usa ha sottolineato la grave situazione in cui versa il paese, ricordando che migliaia di bambini venezuelani muoiono negli ospedali a causa della mancanza di forniture e medicine. "Il regime di Maduro, in mezzo a tutta questa sofferenza, ricorre alla violenza. Quest'anno ha arrestato 1.000 dimostranti e ucciso 40 persone".
Pence ha sottolineato che il popolo venezuelano ha intenzione di scendere in piazza per protestare contro Maduro e i suoi collaboratori, e ha affermato che i funzionari della sicurezza cubani starebbero addestrando la polizia venezuelana. Per finire, il numero due del governo americano ha ricordato che è arrivato il tempo per l'ONU di riconoscere Juan Guaidó come presidente ad interim.
Il momento che sta attraversando la grande nazione sudamericana è drammatico: gli oligarchi che circondano Maduro e il suo clan non hanno nessuna intenzione di abbandonare il potere. Possono contare su aiuti e supporto di Russia e Cina: i primi avrebbero già inviato centinaia di militari sotto forma di contractors per sostenere un probabile conflitto. Europa e Usa, con la vergognosa posizione grillina nel segno dell’ambiguità, sostengono con tutte le forze il presidente ad interim Juan Guaidò, minacciato di arresto. Presto ci saranno altre manifestazioni di protesta convocate dall’opposizione, mentre chi ha abbandonato l'esercito di Maduro e le sue forze di polizia sta costituituendo nuove formazioni fedeli al governo, ormai riconosciuto da 57 Paesi.