Un nuovo blackout, il terzo dopo quello dello scorso lunedì e del 7 marzo scorso, durato oltre 100 ore, ha ridotto al buio milioni di persone, a Caracas come in altre città venezuelane. Secondo alcune emittenti locali e i messaggi sui social lanciati da cittadini, Aragua, Lara, Zulia, Carabobo, Anzoàtegui, Vargas, Monagas, Portuguesa, Nueva Esparta, Miranda, Sycre, Cojdes, Yaracuy, Barinas e Tàchira sarebbero immerse nel buio dalle 19 ore locale di venerdì. Il regime di Maduro respinge ogni responsabilità, accusando gli Stati Uniti di sabotaggio.
Nei giorni scorsi, un aereo con 75 tonnellate di medicinali e attrezzature mediche inviate dalla Cina è atterrato a Caracas. Secondo le stime dell’Onu, il 94% dei venezuelani vive in condizioni di povertà, mentre almeno 3,4 di persone sono fuggite all’estero e si prevede che altri due milioni facciano lo stesso entro l’anno. Fra chi rimane, 4,3 milioni di persone sono senza acqua e altre 2,8 necessitano di assistenza sanitaria, compresi 300mila casi accertati la cui vita è a rischio perché da mesi non riescono ad accedere a farmaci o terapie per curare malattie come il cancro, il diabete o l’Hiv.