Ma ogni tanto, qualcosa si inceppa: Steve Dymond, un tranquillo 62enne inglese, finisce fra gli ospiti del “Jeremy Kyle Show”, un talk definito dalla critica “spazzatura” e forse per questo fra i più seguiti, dal 2005 in cima agli ascolti per la gioia degli sponsor e della rete “ITV”.

Steve aveva accettato di discutere davanti a Jeremy Kyle, il conduttore, le presunte infedeltà di cui lo accusava la fidanzata. Lui nega tutto, lei insiste e il conduttore fa la sua parte perché monti la rissa: messo alle strette, il povero Steve Dymond accetta addirittura di sottoporsi in diretta tivù alla macchina della verità. Ma fra le risate del pubblico in sala, arriva la sorpresa: per la macchina Steve ha mentito.
Nelle regole non dette, la questione dovrebbe finire qui, al massimo un’intervista del quotidiano locale giusto per cavalcare la notizia ancora qualche ora. Invece Steve Dymond torna a casa, si infila una siringa in vena e decide di farla finita con una massiccia dose di morfina. Inevitabile: la vicenda finisce per conquistare le prime pagine dei giornali scatenando un fiume di indignazione che tracima fino a raggiungere Westminster con un’inchiesta parlamentare accompagnata dalla richiesta di responsabilizzare “le emittenti tv, affinché le persone più vulnerabili non siano esposte: perché quelli non sono ospiti, ma vittime”. Il programma viene sospeso sine die e la rete televisiva annuncia che la puntata in questione non è andata in onda e mai andrà. Nel comunicato, la ITV esprime “shock e profonda tristezza da parte di tutto lo staff” e promette un’inchiesta interna.