Neanche Charles M. Schulz, il loro “papà”, avrebbe potuto immaginare tanta fortuna per Snoopy, Charlie Brown, Linus, Lucy, Patty, Schroeder, Woodstock e Piperita Patty. In una sola parola, i “Peanuts”. Uno dei più gradi successi nella storia dei fumetti, iniziato nel 1953 come striscia quotidiana del “Washington Post” e del “Chicago Tribune”, ma finita su 2.600 testate in tutto il mondo, tradotta in oltre 20 lingue e pubblicata in 70 paesi diversi, per un totale di 355 milioni di lettori. L’ultima striscia, per precisa volontà di Schulz, è stata pubblicata il 13 febbraio del 2000, ad un giorno di distanza dalla morte dell’autore.
All’infinito elenco di omaggi, tributi e ricordi sta per aggiungersi uno dei pochi capitoli ancora liberi nella moltiplicazione del merchandising. A Kobe, Giappone, 1,5 milioni di abitanti, città resa celebre dalla pregiatissima carne della razza “wagyu”, il prossimo 1° agosto aprirà ufficialmente i battenti il primo “Peanuts Hotel” del mondo.
Un totale di 18 stanze distribuite su tre piani, con bar e ristorante, in cui tutto è realizzato a tema Snoopy e compagni: pareti disseminate di strisce, ritratti dei personaggi e le loro frasi più celebri. Il concept, hanno raccontato i proprietari, nasce da una frase pronunciata da Snoopy quando ospita nella sua cuccia uno stormo di uccelli: “It’s nice to have a home where your guests feel confortable”. Letteralmente, “È bello avere una casa in cui i tuoi ospiti si sentano a proprio agio”.
Il Giappone ha una particolare predilezione per i personaggi creati da Schulz: a Tokyo esiste un museo dedicato interamente al cagnetto Snoopy, sempre molto affollato, mentre a Yokohama è una vera istituzione il “Peanuts Diner”.