Anders Breivik, il killer di Utoya, 77 morti, Dylan Roof, autore della strage di Charleston del 2015, 9 vittime, Anton Lundin Pettersson, 4 morti nella strage di Trollhattan nel 2015, Darren Osborne, una vittima a Londra, Luca Traini, 6 feriti a Macerata nel febbraio 2018. Sono i folli a cui si è ispirato Brenton Tarrant, 28 anni, il “white supremacist” il cui nome è già entrato nell’elenco delle peggiori stragi di sempre. Alle sue spalle, nelle due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda, si è lasciato 49 morti, filmando tutto con una piccola videocamera perché il mondo vedesse e sapesse.
L’ennesimo killer della porta accanto, il giovane che adesso tutti raccontano come appena un po’ strano, ma nulla di più, e che invece covava odio, rancore e vendetta. Tarrant è originario dell’Australia, il New South Wales: appassionato frequentatore di palestre, ha lavorato dal 2009 al 2011 come personal trainer presso la “Big River Gym” di Grafton, era riuscito a sfruttare il boom iniziale dei “Bitcoin” per mettete insieme un po’ di denaro, mollare tutto e parte, visitando Asia ed Europa. Offriva formazione gratuita ai bambini, dice qualcuno, lui stesso di definisce “un uomo bianco qualunque che viene da una famiglia di lavoratori della classe operaia, gente che ha sempre guadagnato poco”. Suo padre Rodney è morto nell’agosto del 2010, a 49 anni, per un cancro provocato dall’amianto.
L’hanno catturato vivo, ma pensando di non riuscire a scamparla si era premurato di scrivere tutto, spiegando in un’ottantina di pagine deliranti com’è nata la folle idea di “difendere la razza bianca dagli invasori e vendicare gli attacchi terroristici di matrice islamica in Europa”. Avrebbe voluto vedere morta il cancelliere tedesco Angela Merkel, il sindaco di Londra Sadiq Khan, il presidente turco Erdogan.
Per caricarsi d’odio ogni angolo della mente, Tarrant ha letto gli scritti lasciati da gente come lui, che un giorno ha deciso fosse giusto uccidere.
Sui fucili di Tarrant, un vero arsenale, il dettaglio che ha colpito tutto il mondo: tantissime scritte bianche sulla canna, sui caricatori, sull’impugnatura. Si riferiscono a personaggi storici come Carlo Martello, che nel 732 respinse l’invasione arabo-islamica in Europa, o luoghi legati a fatti di cronaca, come Rotheram, località dello Yorkshire dove si registrarono 1400 casi di abusi su minori da parte della folta comunità pakistana.