Li conoscevano come i “Beatles” dell’Isis: quattro giovani inglesi passati nelle file dei tagliagole e diventati delle celebrità mediatiche grazie alla loro ferocia. Sono loro ad aver sgozzato il giornalista James Foley nel 2014, filmando tutto in un video di propaganda agghiacciante. Ma non era che il primo: sotto le lame dei loro coltelli passano le gole di 27 ostaggi, fra cui David Haines, Alan Henning, Steven Sotloff e Peter Kassing. Erano giornalisti e operatori umanitari, ma comunque colpevoli di essere europei, equivalente di infedeli, e per questo destinati a morire.
I loro veri nomi, Mohammed Emwzi, alias “Jihadi John”, Aine Davis, Alexanda Kotey, “Jihadi Ringo”, ed El Saheffe Elshe. Il primo nasce a West London da una famiglia originaria del Kuwai: diventa così celebre da infastidire perfino i vertici dell’Isis. A toglierlo di mezzo ci ha pensato un drone americano nel 2015. Aine Davis, anche lui londinese, finisce in galera per spaccio e si converte all’Islam. Viene arrestato a Istanbul nel 2015 e insieme a lui finisce in galera la moglie, Amal El-Wahabi, 27 anni, prima donna condannata per terrorismo. Gli ultimi due, Alexanda Kotey, 34enne diventato Abu Salih Al Bartiani, ghanese, ed El Saheffe Elshe, 27 anni, sudanese, entrambi noti per le raffinate tecniche di tortura inflitte ai prigionieri, sono stati arrestati in Siria dall’esercito curdo nel febbraio di quest’anno. Il loro destino si fa alquanto incerto: nelle scorse ore gli Stati Uniti ne hanno richiesto l’estradizione, dove rischiano la pena di morte.
I due sono stati privati della loro cittadinanza britannica, ma il Crown Prosecution Service, scatenando feroci polemiche, ha sentenziato che non c’erano prove sufficienti per processarli nel Regno Unito. I funzionari americani sono di diverso avviso: secondo loro entrambi “hanno partecipato alla detenzione, allo sfruttamento e all’esecuzione di numerosi detenuti occidentali”.
L’annuncio che le forze americane avevano preso in custodia “alcuni dei terroristi più pericolosi” è stato fatto dal presidente Trump in persona: “Stiamo per occuparci di alcuni dei più pericolosi combattenti dell’Isis, saranno detenuti in luoghi diversi e sicuri in attesa dell’estradizione”.
Mohammed Emwazi, “Jihadi John”, è stato protagonista di diversi video di propaganda dell’autoproclamato Califfato: originario del Kuwait, ha studiato a Londra e nel 2009 si è laureato in programmazione informatica all’Università di Westminster. Dopo alcuni viaggi in Tanzania e Kuwait è entrato sotto le cure dei servizi segreti. Alexanda Kotey è accusato di reclutamento dal Dipartimento di Stato americano: è stato arrestato nei pressi di Istanbul nel 2015 e condannato per organizzazione terroristica. A Londra viveva nel quartiere di Hammersmith, dove era riuscito ad accumulare una lunga serie di condanne per spaccio di droga e possesso di armi da fuoco.
Secondo i calcoli dell’intelligence britannica, sono circa 1.000 gli inglesi che hanno scelto il terrorismo islamico: di alcuni, come Abu Sa’eed al-Britani, nome di battaglia di Omar Ali Hussain, 30 anni, ex guardia giurata in un supermercato, non si sa più nulla da tempo.