Un foreign fighter neozelandese che ha combattuto con lo Stato islamico in Iraq e la Grande Siria (ISIS) aveva inavvertitamente rivelato la sua esatta posizione pubblicando un tweet consentendo all’Intelligence britannica di invidiare i covi dei terroristi, subito spianati da una serie di bombardamenti mirati, ha rivelato una fonte della sicurezza. Abu Abdul-Rahman, che una volta si chiamava Mark Taylor, aveva lasciato la Nuova Zelanda per unirsi alla lotta con l'ISIS nel maggio 2012. Poco dopo, aveva twittato che la sua missione in Siria era un "viaggio di sola andata" con una foto del suo passaporto bruciato, come riferisce il Guardian. Taylor aveva cancellato - troppo tardi - 45 tweet dopo aver appreso che erano gelo-localizzati. con le sue coordinate precise. L’agente Jeff Wyers, che gestisce un gruppo di intelligence open-source chiamato iBrado, ha utilizzato le informazioni sulla geo-localizzazione dei tweet per individuare Taylor in una casa nella città siriana di al-Taqbah. Sin dal suo primo viaggio in Siria, Taylor si era messo in contatto con l'ufficio passaporti neozelandese per ottenere un documento di viaggio sostitutivo. Niente a che fare con l’attento 'Jihadi John', il kuwaitiano naturalizzato britannico responsabile della decapitazione di diversi ostaggi, neutralizzato finalmente da un drone a Raqqa nel 2015. Gli ultimi miliziani di Daesh catturati a Baghouz dalle forze curde e Usa nell’area di Deir Ezor, sono poco più che ragazzi o adulti totalmente sprovveduti. Mark Taylor, era una caricatura di miliziano, oggetti di scherni e risate anche da parte dei suoi commilitoni che, invece di decapitarlo, tanto era chiaramente stupido, da sbatterlo qualche volta in prigione per le sue marachelle. Fu sorpreso a bere alcol autoprodotte in uno scantinato della caserma, a fumarsi uno spinello. Rischò la vita quando i suoi capi scoprirono che aveva diffuso 12 tweet utilizzando la rete locale e scoppiò il finimondo. "Nel gennaio 2015 fui convocato con una lettera da uno degli ufficiali, mi portarono in una stanza, mi tolsero la mia arma e ogni altra cosa, compreso il mio telefono cellulare, che non avrei più visto, e mi dissero che ero sospettato di aver contribuito a localizzare via Gps 12 luoghi all'interno dello Stato Islamico”. Accuse da brivido, roba da pena di morte e di sessioni di tortura. I jihadisti lo hanno invece sbattuto inuma cella eper 50 giorni. Appurarono che era solo un cretino e non una spia,