Cesare Battisti ha fatto due conti. Se la Cassazione gli commuta i due ergastoli in 30 anni, visto che in passato ne ha trascorsi in cella una decina, una volta sottratti, resterebbero solo una ventina di anni da scontare ancora. Con una pena del genere, avrebbe accesso ai benefici di legge con largo anticipo e potrebbe riassaporare la libertà ancora proprio non decrepito, visto che ha già 67 anni. Nel ricorso alla Cassazione, in cui si chiede di annullare la sentenza di ergastolo, i legali dell’ex terrorista rosso Cesare Battisti affermano che l’espulsione dalla Bolivia di Cesare Battisti non abbia rispettato le norme internazionali (Patto sui diritti civili). Inoltre, la mancata applicazione dell’accordo con il Brasile avrebbe violato il “principio di buona fede internazionale” sancito dalla legge del 1974 che ha ratificato la Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati. Nelle pagine del ricorso si legge che, una volta perfezionata la procedura di estradizione, “il soggetto assume la qualifica giuridica di estradato a tutti gli effetti, status giuridico che non viene certamente meno a seconda del luogo ove venga successivamente fermato e il suo caso non risultava affatto incompatibile con un successivo allontanamento da parte di altro Stato (Bolivia)” dove fu fermato e poi consegnato alla polizia italiana per essere poi trasferito a Ciampino e infine in carcere in Sardegna. Cesare Battisti tenta una scorciatoia la “fine pena mai”, dopo avere ammesso i suoi quattro delitti, pur contestualizzandoli in quel periodo storico, gli Anni di piombo. La Corte d’Assise d’appello di Milano il 22 maggio aveva respinto la richiesta della difesa di commutare la pena del carcere a vita a 30 anni di reclusione, scontando anche gli anni già passati in carcere quando fu arrestati e prima dell’evasione poi la fuga all’estero.. Battisti, condannato per quattro omicidi commessi alla fine degli anni ’70, era stato arrestato dopo 37 anni di latitanza lo scorso gennaio in Bolivia. Secondo il difensore Davide Steccanella, la pena concordata nell’accordo di estradizione tra Italia e Brasile, cioè 30 anni, dovrebbe essere applicata anche se lui è stato arrestato in Bolivia.