A quasi una settimana dalla strage, il timore delle autorità dello Sri Lanka è che l’ondata di terrorismo non sia finita: la notte scorsa, nel corso di un’imponente blitz delle forze di intervento speciale a poca distanza dalla città di Batticaloa, nel sud del paese, si è risolto in un violento scontro a fuoco. Poco prima dell’irruzione degli agenti, dopo l’uccisione di quattro uomini armati, i miliziani hanno preferito far saltare in aria alcune cariche di esplosivo: all’interno sono stati ritrovati i corpi di 15 persone, fra cui tre donne e sei bambini. Il blitz era nato da una soffiata anonima su un possibile covo dei terroristi. All’interno del covo la polizia ha ritrovato bandiere, divise e stendardi dell’Isis, oltre a 100mila cuscinetti a sfera, utilizzati per aumentare l’impatto devastante delle esplosioni. Nel corso di controlli a tappeto a Colombo, la capitale, la città maggiormente presa di mira dai kamikaze, le forze dell’ordine hanno arrestato tre uomini che si aggiravano nei pressi di una stazione ferroviaria: avevano un kg di esplosivo.
Il presidente Maithripala Sirisena, dopo l’allontanamento di alcuni ministri e aver dovuto spiegare agli occhi della comunità internazionale l’incredibile errore nel calcolo del vittime, scese a 250, almeno 100 in meno di quanto comunicato in precedenza, ha riferito che 140 persone in qualche modo legate agli attentati di Pasqua sono state arrestate, e che a breve si conta di sgominare la cellula con altri arresti imminenti. Secondo i rapporti dell’intelligence, pare che fra gli obiettivi del commando ci fossero anche alcune moschee del ramo islamico sufi, considerati eretici dai fondamentalisti musulmani. Negli attentati sarebbe morto anche Zahran Hashim, leader estremista a capo del gruppo “National Thowheeth Jama’ath”.
L’allarme nel paese resta altissimo, e le autorità hanno avvisato la popolazione di possibili attacchi presso edifici di culto, con la sospensione delle messe domenicali annunciata da Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo. La prima conseguenza dell’ondata di attentati è il crollo vertiginoso del turismo: lo Sri Lanka era stato indicato da un noto colosso dei viaggi come una delle destinazioni imperdibili del 2019, e il paese sperava di migliorare ancora cifre che lo scorso anno avevano fatto registrare 2,33 milioni di arrivi.