La “Norwegian Cruise Line” è una delle maggiori compagnie crocieristiche del mondo: possiede 16 navi fra cui la “Norwegian Spirit”, un lussuoso palazzo galleggiante che nei 267,92 metri di lunghezza può ospitare 2.018 passeggeri e quasi 1.000 uomini di equipaggio. A bordo ristoranti, bar, saloni, aree di intrattenimento, casinò, teatri, Spa e duty free. Per i passeggeri saliti a Londra, due settimane intere di relax e divertimenti, cullati dal mare verso l’affascinante natura dei paesi del nord Europa.
Ma sono bastati i primi giorni di navigazione, perché il malumore fra i passeggeri diventasse palpabile: la nave evita prima Amsterdam, uno degli scali previsti, e la stessa succede con Le Havre, porto da cui i passeggeri avrebbero potuto raggiungere Parigi. In Norvegia, la “Spirit” attracca in un porto non previsto dal programma, e subito dopo, invece di puntare verso Reykjavik, in Islanda, si dirige a Greenock, circa 25 km a nord di Glasgow, per poi annunciare ai passeggeri che non si sarebbe fermata neanche lì.
“È allora che sono scoppiati i disordini sulla nave - racconta dice Cody McNutt, 31 anni, americano di Denver, in vacanza con la fidanzata Katasha e il resto della sua famiglia – si sono alzate urla e fischi di disapprovazione. La tensione prima dell’annuncio era già palpabile, e all’ennesimo cambio di programma è esplosa: per i passeggeri a quel punto era stato superato ogni limite”.
Proteste che sono sfociate in una richiesta popolare di rimborso, con una manifestazione spontanea sul ponte principale, armati di cartelli fatti in cabina, davanti ai membri dell’equipaggio, accusati insieme all’intera compagnia di essere bugiardi. Tutti chiedevano di tornare a Londra per poter sbarcare.
La protesta dura un paio d’ore: “Nessuno era violento, c’erano molte famiglie con bambini, ma non si può biasimare gente che aveva sborsato quasi 6.000 euro a testa”. In un comunicato diffuso fra i passeggeri, la compagnia di crociera con sede a Miami comunicava che l’itinerario della crociera era stato cambiato a causa di “condizioni meteorologiche avverse”.
“Capiamo che è fastidioso comunicare che non siamo in grado di fare scalo in località che i nostri ospiti non vedevano l’ora di visitare – prosegue il comunicato - tuttavia chiediamo la pazienza, la collaborazione e la comprensione di tutti perché i problemi meteorologici sono indipendenti dalla nostra migliore buona volontà. Facciamo sempre del nostro meglio per offrire agli ospiti una vacanza piacevole e indimenticabile, ma la nostra priorità è garantire la loro sicurezza e quella dell’equipaggio”. Quindi, in una lettera consegnata ad ogni passeggeri, la compagnia offriva uno sconto del 25% sui futuri viaggi, “per dimostrare la nostra gratitudine e premiare la vostra pazienza”.
Ma questo, ha fatto nuovamente infuriare i passeggeri, che in coro promettono: “Nessuno di noi salirà mai più sulle vostre navi”. In tanti lamentavano un servizio pessimo, cibo scarso e cotto male, e problemi nelle cabine, come bagni non funzionanti o che emettevano odori nauseabondi di liquami.
La crociera, che è ancora in corso, si concluderà nei prossimi giorni a Southampton, ma tanti passeggeri hanno approfittato della sosta a Belfast per scendere con i bagagli e tornare a casa con altri mezzi, lasciando commenti avvelenati sui siti specializzati: “Il peggior viaggio della mia vita”.
Colleen McDaniel, caporedattore del sito Cruise Critic, ha assicurato che i cambiamenti di rotta non sono fuori dall’ordinario, specialmente durante la stagione degli uragani. E i rigorosi contratti stipulati dai crocieristi concedono pieni poteri agli operatori di cambiare i piani ogni volta che si rende necessario. “Ci capita spesso di documentare cambi di rotta completi: a volte le crociere caraibiche ripiegano verso il New England per evitare gli uragani”.