Quando una grande città incontra la pipì dei turisti, per la grande città non c’è speranza. Sembra una battuta, parafrasando la celebre massima di un western, ma ovunque ci siano masse turistiche in movimento, quello diventa un problema vero che è meglio tentare di risolvere, perché quando quella scappa non c’è niente che possa fermarla.
A Parigi, non a caso una di quelle città dove il turismo non si ferma mai, estate o inverno che sia, da tempo pensano a come arginare “l’ondata gialla” della gente che sciama e quando sfiora un angolino meno trafficato, orina senza pietà.
L’ultima idea, figlia dei “pissoirs” di fine Ottocento, di cui è appena partita la sperimentazione, si chiama “Uritrottoir”, e sono degli orinatoi hi-tech dall’aspetto tutto sommato discreto, che però hanno immediatamente alzato le proteste. In tanti - quelli che probabilmente hanno un bagno comodo nelle vicinanze - li trovano antiestetici e così brutti da deturpare il sacro paesaggio parigino. Senza contare la presa di posizione del gruppo femminista “Femmes Solidaires”, che attraverso la portavoce Gewndoline Coipeault sostiene che siano creati sul presupposto sessista che gli uomini non siano in grado di controllare la vescica.
Dei quattro installati finora, uno è stato sistemato lungo la Senna, sull’Île Saint-Louis, a poca distanza dalla cattedrale di Notre Dame: in pratica a pochi metri dal percorso dei battelli che percorrono la Senna.
Gli Uritrottoir sono cubi di colore rosso alti all’incirca un metro con una composizione floreale nella parte superiore e riempiti di paglia per produrre un composto che può essere utilizzato come concime ma soprattutto per essere del tutto inodori.